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Dislessia EvolutivaIl termine dislessia è ormai entrato nel vocabolario quotidiano, spesso in compagnia dell’ormai altrettanto famoso acronimo “DSA”, ovvero Disturbi Specifici dall’Apprendimento.

Tuttavia, la diffusione del termine non necessariamente implica che chi lo utilizza sappia di costa sta davvero parlando.

Per diffondere alcune informazioni corrette, condividiamo una sintesi dell’articolo Developmental dyslexia, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet nel 2012 da Robin Peterson e Bruce Pennington del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Denver (Stati Uniti).

In questo articolo:

  1. Ma esattamente cos’è la dislessia evolutiva?
  2. Perché i bambini che soffrono di dislessia fanno fatica a leggere?
  3. Ma quali sono le cause della dislessia evolutiva?
  4. Come si può intervenire sulla dislessia evolutiva?
  5. In conclusione

Ma esattamente cos’è la dislessia evolutiva?

Gli individui con dislessia evolutiva fin da bambini hanno difficoltà nel riconoscere e sillabare in modo corretto e rapido le parole scritte, nonostante possiedano buone capacità intellettive. La dislessia è quindi una compromissione della capacità di decodifica (ovvero della lettura) degli stimoli, mentre di solito la comprensione è intatta.
Così come tante altre caratteristiche individuali, anche la capacità di leggere varia da persona a persona. Per effettuare una diagnosi di dislessia, questa capacità deve essere inferiore ad una soglia che viene definita e aggiornata da comitati internazionali di ricercatori. Si stima che una proporzione di circa 7% della popolazione sia affetta da dislessia. Inoltre le statistiche mostrano una prevalenza del disturbo leggermente più alta nei maschi rispetto alle femmine, ma alcuni studiosi sostengono che questa differenza si spiega con il fatto che bambini sono frequentemente affetti anche da altri disturbi quali deficit dell’attenzione con iperattività o disturbi della condotta che rendono più evidenti le difficoltà: in poche parole, i bambini vengono portati più spesso delle bambine dagli specialisti per una valutazione.

Perché i bambini che soffrono di dislessia fanno fatica a leggere?

Da un punto di vista neuropsicologico, la dislessia coinvolge quello che è definito il “processamento fonologico” ovvero quell’insieme di meccanismi neurali che permettono di trasformare le lettere in suoni. Siccome i bambini con dislessia hanno tendenzialmente problemi di linguaggio anche prima di incominciare a leggere, molti ricercatori ipotizzano che oltre ai deficit fonologici possano essere implicati anche altri meccanismi, ad esempio l’attenzione visiva necessaria per concentrarsi sulle parole scritte.

Ma quali sono le cause della dislessia evolutiva?

Come tutti i disturbi che coinvolgono il comportamento e le funzioni mentali, la dislessia evolutiva non ha una sola causa, ma è il risultato dell’interazione tra patrimonio genetico e ambiente di crescita. Avere uno o entrambi i genitori dislessici può aumentare il rischio che anche il bambino ne soffra. I ricercatori hanno identificato ben nove “loci genetici” (ovvero, geni o sequenze di dna presenti su un cromosoma ) che potrebbero essere associati alla dislessia. Tuttavia, anche se si può affermare che i geni giocano un ruolo importante nell’origine del disturbo, resta ancora molto da scoprire sulle cause della dislessia.

Come si può intervenire sulla dislessia evolutiva?

Sono oggi disponibili trattamenti scientificamente fondati, basati sulla conoscenza dei meccanismi neuropsicologici del disturbo. Gli interventi più indicati sono effettuati in incontri individuali o nel piccolo gruppo, e si basano sullo stimolare le capacità fonologiche, esercitando l’analisi fonologica delle parole, la lettura fluida e la comprensione del testo. E’ estremamente importante intervenire tempestivamente fin dall’età di 5-7 anni, durante i primi approcci con la lettura nella scuola elementare: prima si interviene, più alte sono le possibilità di ottenere risultati. Gli effetti di questi interventi però variano a seconda dei bambini e, comprensibilmente, laddove le abilità di linguaggio sono più compromesse anche i benefici saranno più limitati.

In conclusione

L’articolo di Peterson e Pennington da noi sintetizzato tocca diversi aspetti del disturbo e aiuta a saperne di più sulla dislessia evolutiva, ovvero:

  • è disturbo della lettura;
  • coinvolge alcuni bambini e bambine fin dall’inizio del percorso scolastico;
  • è dovuto ad alcune anomalie nelle aree cerebrali dell’emisfero sinistro;
  • non sono ancora chiare le cause, anche se sicuramente sono implicati alcuni geni, per cui si eredita il rischio di esserne affetti, non il disturbo;
  • può essere trattato con alcune tecniche specifiche di riabilitazione, che aiutano a potenziare la capacità di lettura.

Per concludere ci preme ricordare che una valutazione precoce e accurata da uno specialista (che in Italia per essere legalmente valida deve aver superato un processo di accreditamento con l’Azienda Sanitaria Locale) aumenta le probabilità di intervenire con successo. Un bambino seguito correttamente da parte di specialisti fin dai primi segnali di dislessia proverà meno frustrazione nel processo di apprendimento, si sentirà più sicuro di sé e motivato ad apprendere e anche la sua famiglia vivrà più serenamente.

 

Maggiori informazioni:

Leggi l’articolo “DSA, Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Parliamone.”

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