Si sente nell’aria il profumo di occasione…

Finalmente il tempo dovrebbe fermarsi, finalmente il libro potrebbe aprirsi, la casa rinnovarsi, e magari chissà l’anima respirare. Tutti ne parlano di questo tempo per sé.
Ma invece nella mia casa i giorni scorrono tra pianti, richieste, telefonate, compiti… il regno del caos. So che dovrei lavorare ma non c’è più tempo, mi è stato portato via il mio spazio ed il mio tempo, quello che ormai vivevo fuori.

Cerco di capire cosa sbaglio, cosa non riesco a fare, come sempre. Ma la mente si offusca, la voce si assottiglia ed il corpo si gonfia. Avrei bisogno di fermarmi per capirci qualcosa, scoprire come mi sento e sentire il dolore di tutti questi morti. Dovrei riflettere per poi parlare ai bambini di questo terremoto che sembra averli travolti o forse no, non si capisce. Poche domande, come se non volessero sapere. Litigano di continuo, cercano di inghiottire tutto quello che di più facile trovano, anche me. Sono stanchi ma non vanno mai a dormire, sembra che nulla sia più importante. I giorni scorrono vuoti di senso, pieni soltanto di tristezza e rabbia, quelle che ciascuno di noi vomita sull’altro, nel disperato tentativo di non sentirle più.

Ecco che allora sono la solita la mamma, stretta dai sensi di colpa che di notte l’assalgono e le tolgono il sonno. E proprio lì, nel silenzio di questo familiare dolore, ecco che la mente della solita mamma genera alcune idee, intravede luci e ombre su questo tempo di occasione, crea un pensiero d’amore per ciascun figlio, e così poi per sé. Ricorda che i bambini perdonano, perdonano sempre e rilanciano, rilanciano sempre sorrisi davanti ad un tiepido timoroso entusiasmo. E l’anima respira. Comprende che ai bambini nel tempo di una sola domenica gli è stato portato via tutto il loro mondo, così come glielo avevamo costruito e osannato: ritmato, pieno di interessi, di amici, di appuntamenti, di risultati. Sono ricaduti in una prima infanzia, il mondo – mamma, senza averlo desiderato e senza riuscire più a goderne, dato che nemmeno la mamma ormai ci pensa più.

Ecco allora cosa stiamo vivendo, un viaggio nel tempo addietro, laddove né mamma né figli avevano più intenzione di andare. Che paura e che rabbia per tutti!

Lasciare che accada, senza opporci, anche se non lo avremmo mai scelto ora, anche se non sappiamo come ne usciremo. Frustrante certo, un’esperienza di limite dura, che come ogni limite dentro apre a nuove possibilità. Profumo di occasione appunto, di riassaporare quel rumore antico di vicinanza, di riscoprire giochi e piatti preferiti, di pronunciare parole mai dette, di cercare uno spazio per ciascuno dentro casa e cambiargli colore. Lasciare che ciascuno segua i propri ritmi e scoprire dove quelli di tutti si possono incontrare. Costruire spazi vicini ma distinti, così che possiamo meglio riconoscerli. Dipingere ciascuno il quadro della propria quarantena, dove colori e forme disegnano il proprio posto nella casa, le relazioni familiari, le passioni, il lavoro e il desiderio di tornare nel mondo. Un tempo per tornare ai primi passi, sentirne tutta la paura, compiere gesti che avevamo trattenuto ed esplorare angoli che avevamo trascurato, conoscerci più a fondo e poi ripartire. Una rinnovata casa in cui torneremo ogni sera standoci più comode.

Sappiamo come finirà: anche in questa tempesta la mamma avrà sofferto e goduto insieme, come ogni donna sa fare.

Scritto dalla dott.ssa Claudia Cazzaniga, psicologa di Sociosfera Onlus