In molti manuali di sopravvivenza c’è scritto che, nel caso si fosse dispersi su un’isola deserta diventa importante e vitale saper raccontare storie. Questo, oltre che essere un ottimo passatempo, permette di tenere la mente lucida e segnare un buon distacco tra la realtà e la fantasia.

Raccontare storie, però, è vitale anche per un bambino o un ragazzo a scuola o a casa. Raccontare, inventare e fantasticare rendono la mente più elastica e in grado di abbracciare i più ampi confini e notare le più piccole sfumature.

Il gioco

Di dadi da storytelling ne esistono diversi tipi, per diverse tasche e con differenze teascurabili. Ovviamente un set da 4 dadi renderà il gioco molto meno divertente e valido rispetto a un set da 8-10.
I dadi da storytelling, come vedete in foto sono dadi a 6 facce che, al posto dei numeri, hanno dei semplici disegni e simboli. Le regole sono molto semplici. Si lanciano i dadi con i quali si costruirà  una storia utilizzandoli tutti. Chi, al termine del giro di racconti, inventerà, a detta degli altri, la storia migliore vincerà.

Le varianti

Anche per questo gioco abbiamo piccole varianti per cui è possibile renderlo più complicato imbrigliando la fantasia in qualche paletto più rigido. È possibile ad esempio assegnare un tema, un protagonista o un elemento che dovrà essere comune a tutti i racconti, oppure si potrà, senza pensarci troppo, mettere in ordine i dadi in maniera casuale e poi dover rispettare quell’ordine per raccontare la storia.

Una variante, secondo me tra le più divertenti, e fattibile soprattutto per i ragazzi più grandi, è il racconto a staffetta. Il primo tira i dadi e inizia un racconto che il secondo, tirando i dadi, dovrà proseguire in maniera coerente il racconto del compagno e così via. Chi vince? Nessuno! Non si gioca solo per vincere, ma per stare insieme e divertirsi. Da un gioco competitivo, diventa un gioco cooperativo. Qui diventa fondamentale anche prestare attenzione e ascoltare molo bene ciò che i compagni inventano in modo da proseguire sulla stessa onda.

Cosa alleniamo oggi?

Allenare i ragazzi a raccontare storie aiuta sicuramente nella produzione orale, nel costruire un discorso da pronunciare, o anche per una migliore performance nelle interrogazioni. Inoltre, allenare la produzione orale può rendere più articolata anche la produzione orale.
Ma il pregio forse maggiore per questo gioco è quello di tener viva la fantasia. Le possibilità sono infinite, i paletti praticamente assenti, è questa la difficoltà. Dove non c’è vincolo, la mente è libera di fluttuare, ma qui occorre trovare le parole per raccontare quel fluttuare. Incanala la fantasia, rendila qualcosa di reale e tangibile. Non la limiterà, ma la renderà piacevolmente condivisibile con gli altri.