Mi guardi ma non mi tocchi.

E tutto passa dagli occhi.

Vicini ma un po’ distanti,

siamo unici ma importanti.

Sei tu dietro la mascherina?

Sei un gatto, un re o una fatina?

Una tigre o un grande elefante,

un clown o un principe elegante?

Lì dentro c’è un naso e un viso,

ci son io bimbo col mio sorriso.

Del mondo sono assai curioso,

e cerco sempre il “meraviglioso”.

Lo sguardo del resto è tutto,

lì dentro c’è il bello e il brutto.

C’è rabbia, paura e gioia,

sorpresa, tristezza e noia.

Nei miei occhi, ci sono io

se tu mi guardi sei un po’ anche mio.

Io e te siamo noi e

ora giochiamo a quello che vuoi.

Alberto Pellai

È tempo di rientrare a scuola

Come supportare i bambini affinché le nuove regole di contenimento del virus non determinino un distanziamento relazionale?

L’uso dei dispositivi di protezione individuale e la distanza fisica, imposta dalla situazione emergenziale, non pregiudicano la possibilità di sentire l’altro affettivamente vicino.

È necessario però che i bambini siano accompagnati a prestare attenzione a tutti quei segnali che permettono di sentire l’altro accanto a sé, nonostante la nuova distanza; e che siano stimolati a costruire nuove ritualità condivise che permettano di far sentire il legame e l’appartenenza al gruppo.

Prima di questo è però necessario che noi adulti ci interroghiamo su quali elementi possano darci la giusta dose di tranquillità e fiducia. Se il sistema di allarme dell’adulto è eccessivamente attivato, infatti, il rischio è quello di trasmettere ai propri figli un senso di pericolo legato alla relazione. Questo rischia di creare un forte sofferenza emotiva, in quanto siamo esseri fortemente relazionali e bisognosi del confronto e della vicinanza affettiva dell’altro. La costruzione di un senso di pericolo potrebbe far percepire le relazioni come pericolose e strutturare un profondo senso di solitudine interno. È allora fondamentale che il genitore si interroghi su quali siano gli strumenti che possano garantire una buona efficacia protettiva, affinché sia nuovamente possibile vivere la presenza relazionale dell’altro come piacevole e sicura.

Una volta chiari gli elementi fondamentali per garantire una vicinanza sicura con l’altro, allora è possibile supportare i bambini in questo processo, attraverso dei momenti di gioco condiviso, in famiglia o con gli amici.

Di seguito alcuni spunti.

Cosa senti?

Alleniamoci a riconoscere le emozioni dell’altro nonostante la mascherina.

Gioco 1

Mettersi in cerchio e a turno nominare un’emozione e una situazione ad essa correlata. È utile che le emozioni si ripetano per ogni persona presente nel cerchio, in quanto ogni partecipante le assocerà a situazioni differenti!  È importante che si mettano in gioco anche gli adulti, in modo che l’attività si concretizzi come occasione di condivisione e reciproca conoscenza. Terminare il giro quando le emozioni principali sono state nominate da tutti i partecipanti (gioia, tristezza, rabbia, paura … ma anche disgusto ecc.). Ritagliare tanti foglietti di carta quante sono le emozioni nominate da ogni partecipante. Ogni partecipante deve scrivere su un foglietto un’emozione e la situazione che la caratterizza, raccontata in cerchio poco prima. Al termine inserire in una scatola o in una calza i foglietti e mescolare bene. Indossare la mascherina e posizionarsi in cerchio. A turno estrarre un bigliettino, alzarsi in piedi e mimare la situazione scritta, con particolare attenzione all’emozione. Il gruppo dovrà indovinare l’emozione mimata!

Questo gioco permette prima di tutto di condividere le emozioni e di vedere come esse siano vissute e legate a situazioni per ognuno diverse. In secondo luogo poter mimare la situazione proposta da altri partecipanti è un’occasione per conoscersi un po’ di più. Infine permette di prestare attenzione a tutta la  mimica corporea che si attiva quando esprimiamo un’emozione! Nonostante la mascherina copra gran parte del volto è assolutamente possibile scomprendere cosa prova l’altro, attraverso lo sguardo e il linguaggio verbale e non verbale del suo corpo.

Gioco 2

Disegnare, divertendosi con l’immaginazione, un viso che indossa una mascherina per ogni emozione che si vuole rappresentare. Potrebbe essere una bambina oppure un bambino, con capelli corti oppure lunghi ecc. Prestare particolare attenzione agli occhi in base all’emozione che vuole essere rappresentata. Per ogni viso disegnato inventare una storia. Chi è? Come si chiama? Come si sente? Che cosa è successo per farlo sentire così? Come sarà la sua bocca sotto la mascherina?

Il gioco diventa un vero e proprio laboratorio delle emozioni!

Vicini, ma in sicurezza

Distanti, ma non troppo

Per sostenere i bambini nella comprensione del distanziamento fisico ed allenarli alla giusta distanza, è possibile organizzare dei momenti di condivisione e di gioco, in cui segnalare lo spazio adeguato tra ogni bambino.

Uno strumento utile possono essere i cerchi da fitness colorati. Questi possono essere utilizzati per far comprendere al bambino di dover immaginare un cerchio di protezione attorno a sé.

Per far sperimentare l’essere vicini affettivamente, anche se lontani, organizziamo un’attività condivisa cui i bambini parteciperanno mantenendo le giuste distanze.

Ad esempio è possibile proporre ai bambini la lettura di un libro. Posizionare in cerchio gli hula hoop e chiedere ai bambini di sedersi all’interno. Anche il lettore occuperà uno spazio del cerchio. Attraverso la lettura della storia si apriranno le porte dell’immaginazione dei bambini, che affronteranno e condivideranno un’avventura vicini affettivamente seppur distanti!

A voi la creatività nell’inventare altri giochi con i cerchi, staffette, giochi a premi… attività che facciano divertire i bambini facendogli sentire quanto il distanziamento fisico non sia affatto relazionale!

Come ti saluto?

È importante che si creino nuove ritualità di saluto dell’altro, che facciano nuovamente sentire la vicinanza e l’unicità del legame.

Se lasciati alla libera immaginazione i bambini possono creare infinite modalità nuove di saluto con l’altro.

Se non è più possibile abbracciarsi, cosa si può fare? C’è chi si divertirà a salutarsi toccando i bordi delle scarpe, chi potrà fare l’occhiolino o dei gesti della mano, secondo un codice condiviso solo dai membri di quella relazione specifica.

In casa possiamo proporre dei momenti di gioco in cui pensare queste nuove ritualità, legittimando così i bambini ad esplorare nuovi saluti in occasione di incontro degli amici.

Libero spazio alla vostra creatività!

Non resta che augurarvi un buon divertimento, sperimentando la possibilità di sentirsi molto VICINI anche se distanti.

 

 

dott.ssa Federica D’Avanzo,

psicologa psicoterapeuta

 

Foto di Ria Sopala da Pixabay