Prima di proporre questa attività educativa, guarda il video “Tutorial bigliettini delle emozioni”, nel quale è spiegato come creare manualmente il materiale necessario per lo svolgimento.
Giocare a “Io mi sento…” permette di riconoscere e descrivere i diversi stati d’animo attraverso il racconto di esperienze personali. In particolare, questa attività educativa interessa numerose capacità:

  • Aumento della consapevolezza della propria sfera emotiva. Permette di imparare a riconoscere diversi aspetti: le varie emozioni, le modalità di manifestazione, il contesto di riferimento e l’intensità delle sensazioni.
  • Sviluppo della capacità di individuare lo stato d’animo provato in un determinato momento (associazione esperienza-emozione).
  • La capacità di esprimere e descrivere gli stati d’animo in modo comprensibile per l’interlocutore.
  • La capacità di auto-osservazione e di introspezione.
  • L’abilità nella narrazione di sé.
  • Allenamento della proprietà di linguaggio.
  • La capacità di comunicazione.
  • L’espressione dei propri pensieri e la rielaborazione del vissuto personale mediante la narrazione.
  • L‘interiorizzazione e il rispetto delle regole e delle corrette modalità d’uso.
  • La relazione con l’altro.

La difficoltà è adattabile alle esigenze del bambino.

OCCORRENTE

Ecco il materiale necessario per svolgere questa attività:

  • I bigliettini delle emozioni (vedi “Tutorial bigliettini delle emozioni”);
  • Un contenitore.

COME SI GIOCA?

Questo paragrafo contiene la descrizione approfondita dell’introduzione, delle modalità di svolgimento e della conclusione del gioco. “Io mi sento…”.
La proposta, lo sviluppo e la conclusione del gioco sono personalizzabili in relazione alle peculiarità del bambino.

INTRODUZIONE ALL’ATTIVITÀ
Prima di iniziare l’attività è necessario spiegare al minore le regole e le caratteristiche. È importante verificare che abbia compreso le modalità di realizzazione del gioco. Se necessario, le regole possono essere ripetute in itinere. Successivamente, si guarda e si commenta insieme al bambino il materiale necessario per lo svolgimento del gioco, scoprendo quando e come verranno utilizzati i vari strumenti.
Per incuriosire il bambino, si potrebbe inviare in precedenza il video tutorial su come creare i bigliettini delle emozioni, anticipando che serviranno poi per un’attività “a sorpresa” durante la videochiamata o l’incontro successivi.
I bigliettini delle emozioni si devono collocare all’interno di una ciotola o un contenitore, dal quale sia comodo estrarre i biglietti.
La figura educativa che conduce il gioco può svolgere il primo turno per fare da “modello” e mostrare al bambino le modalità di svolgimento.

Numero dei giocatori: almeno due persone con tanta voglia di raccontarsi e di conoscersi. È possibile ampliare il numero dei giocatori organizzando il gioco in turni.

COME STAI?
Uno dei giocatori chiude gli occhi e pesca uno dei bigliettini contenuti nel recipiente. Legge lo stato d’animo che è capitato in quel turno e descrive un’esperienza avvenuta in quel giorno / settimana / periodo, in base alla frequenza con la quale si propone l’attività. La vicenda presentata deve ovviamente essere inerente con l’emozione appena pescata. L’obiettivo del gioco è riuscire a raccontare un episodio vissuto personalmente per ciascuna emozione.
In modo alternato, sia la figura educativa sia il minore pescano e raccontano. L’altro partecipante può fare domande e si può discutere degli elementi che emergono dalla narrazione dell’interlocutore.
La scelta di ciò che si racconta all’altro è libera; l’unica prerogativa è che sia inerente all’emozione di riferimento del turno.

CONCLUSIONE
L’attività ludica termina quando entrambi i giocatori hanno pescato tutti i bigliettini delle emozioni.
La parte finale del gioco può rappresentare un momento utile per approfondire contenuti emersi durante lo svolgimento, sui quali è possibile lavorare dal punto di vista educativo.
Una volta interiorizzate le modalità d’uso il minore può riproporre l’attività ad altre persone (familiari e/o amici).

FINALITÀ EDUCATIVE

Il compito della figura educativa è affiancare il bambino durante l’attività, ascoltandolo in modo attivo e partecipe. La persona che conduce il gioco può stimolare il minore ad arricchire e ad approfondire il discorso, con il fine di riflettere su aspetti interessanti dal punto di vista educativo. L’educatore rimanda il suo punto di vista per favorire l’elaborazione dei vissuti e la conoscenza della sfera emotiva, fornendo, ad esempio, indicazioni concrete su modalità comportamentali funzionali al benessere personale.

Questo gioco rappresenta una valida occasione per conoscersi reciprocamente e scoprire qualcosa non solo sull’altro, ma anche su se stessi e sulle proprie modalità di espressione emotiva.
L’osservazione della comunicazione verbale e non verbale del minore è fondamentale per cogliere elementi interessanti per il lavoro educativo. Porre attenzione all’atteggiamento assunto durante le risposte fornite e alla scelta delle parole può essere utile per scoprire informazioni non direttamente esplicitate dal bambino (ad esempio: reazione quando viene pescata una determinata emozione, resistenza o particolare apertura nel rispondere alle domande, eccetera).

È consigliabile prevedere una fase finale di confronto rispetto alle modalità di espressione e, se necessario, di contenimento delle emozioni vissute in modo intenso dal minore. Questa attività è molto utile per scoprire in che modo vive diverse situazioni personali il minore; inoltre, il gioco permette di comprendere il livello di conoscenza e riconoscimento delle emozioni.

QUANDO GIOCARCI?

Potrebbe essere utile proporre questa attività regolarmente, di seguito alcuni esempi:

  • “Io mi sento…” potrebbe diventare un appuntamento fisso al termine della settimana, utile per ri-elaborare le esperienze vissute;
  • Il gioco viene svolto alla fine di un incontro (intervento educativo, videochiamata);
  • L’attività viene realizzata in caso di necessità, ad esempio in un periodo particolare e/o di difficoltà del minore.

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